Keplero, pianeti extrasolari ed alieni, tutto inutile?
Come sicuramente voi tutti sapete è stato lanciato poche settimane fa in orbita il telescopio Keplero,con lo scopo principale di scandagliare lo spazio più profondo alla ricerca di pianeti extrasolari quanto più possibile simili alla nostra Terra, per composizione, atmosfera e vicinanza alla stella di riferimento del proprio sistema.
La sonda americana – costata 600 milioni di dollari – è equipaggiata con un telescopio da una tonnellata dotato di uno specchio principale di 140 centimetri, capace di inquadrare un campo pari a 105 gradi quadrati di cielo. Lo strumento può rilevare anche le sorgenti di luce più deboli e l’offuscamento periodico di una stella causato dal passaggio di un pianeta. Si tratta del cosiddetto metodo dei transiti, quello comunemente usato per misurare la presenza di pianeti intorno a una stella.
Spingendosi fino a 3mila anni luce, nel mirino del fotometro di Keplero ci sono i pianeti solidi, composti di rocce e silicati. Non solo devono avere consistenza, ma anche la distanza giusta dalla loro stella da consentire – almeno sul piano teorico – la presenza di acqua allo stato liquido e dunque di forme di vita come noi le conosciamo e rientrare dunque nella cosiddetta “fascia di vivibilità“ (dal Sole24ore)”.
La corsa agli esopianeti (pianeti esterni al sistema solare) è appena iniziata ma ha già raccolto oltre 300 mondi accertati, o almeno intuiti, infatti la maggior parte di essi, sono stati scoperti tramite metodi di osservazione indiretta, mentre a Keplero si chiede una selezione decisamente rigorosa e se a tutto ciò aggiungiamo un recente servizio della BBC che stima essere i pianeti abitati tra i 361 ed i 38.000 solo nella nostra galassia.. beh.. non può che coglierci un senso di eccitazione misto a stupore.
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